Isola di Burano
Burano è un centro abitato di 2.270 abitanti che
sorge su quattro isole della laguna di Venezia
settentrionale. Fa parte del comune di Venezia e
in particolare della municipalità di Venezia-
Murano-Burano. È collegato da un ponte all'isola
di Mazzorbo, che ne è divenuta una sorta di
appendice. La cittadina è nota per le sue tipiche
case vivacemente colorate e per la secolare
lavorazione artigianale ad ago del merletto di
Burano. Notevoli sono le tradizioni
gastronomiche; tipici dolci sono i bussolai. Fino
al 2005 l'ex quartiere Burano comprendeva, oltre
a Burano, anche Torcello, Mazzorbetto,
Mazzorbo ed alcune isole minori.
Burano sorge nella Laguna Veneta
settentrionale, a nord-est di Murano, ed è a
questa collegata tramite il percorso navigabile
canale Bisatto-canale Carbonera-scomenzera
San Giacomo. Attorno si estendono alcune
formazioni palustri, in particolare la palude di
Santa Caterina, a sud-ovest, e la palude di Burano, a sud est. A nord è lambita dal canale dei Borgognoni-canale di
Burano, con cui si raggiunte Treporti (a sud) e Torcello (a nord). Subito ad ovest si trova invece Mazzorbo, alla quale è
unita tramite un ponte.
È costituita da quattro isole separate da tre canali interni, che sono il rio Pontinello, il rio Giudecca e il rio Terranova.
STORIA
La tradizione vorrebbe che Burano fosse stata fondata, come i centri dei dintorni, dagli abitanti della città romana di
Altino che si erano rifugiati in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai
Longobardi.
La prima attestazione documentaria, comunque, risale all'840 quando nel Pactum Lotharii viene citata - al genitivo -
Burani.
Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall'anno Mille furono
costruite case in mattoni. Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che
allontanava la malaria. Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l'orbita di Venezia a cui rimase sempre
legata.
Nel corso dei secoli, alcune famiglie di Burano si trasferirono ad Ancona per motivi di lavoro, dove costituirono una
piccola comunità: quella dei Buraneli. L'influsso della loro presenza si sente ancor oggi nel dialetto anconitano, essendo la
parlata di Burano, insieme a quella autoctona e a quella levantina, una delle tre componenti che si fusero per dare
origine al dialetto del capoluogo marchigiano[6].
Fu comune autonomo sino al 1923, anno in cui fu aggregata a Venezia con Murano e Pellestrina. Il suo territorio si
estendeva anche sull'attuale Cavallino-Treporti e sulle isole di Mazzorbo, Torcello, Santa Cristina, Cason Montiron, La
Cura, San Francesco del Deserto.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il cuore del paese è piazza Baldassare Galuppi, l'unica piazza del paese, intitolata al noto compositore settecentesco,
realizzata interrando un canale.
Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Martino, l'unica chiesa che si erge nell'isola. Famoso il suo campanile,
caratterizzato da una forte pendenza dovuta al parziale cedimento dei suoi basamenti, fondati, come alcune parti di
Venezia, su palafitte. All'interno di pregevole fattura la Crocifissione del Tiepolo (1725).
Uno dei luoghi più caratteristici dell'isola è l'incrocio di 2 canali, dove sorgono i Tre Ponti, ponte caratteristico che collega
tre distretti di Burano: San Mauro, San Martino Sinistro e Via Giudecca. Qui si congiungono le vie più colorate dell'isola,
dove sorgono le case dei pescatori e vari negozi artigianali.
Burano è nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonché per le sue tipiche case vivacemente colorate, sebbene il
motivo e l'origine di questa usanza non siano ancora chiari. Un'ipotesi suggerisce che ogni colore sarebbe semplicemente
il simbolo di una determinata famiglia, visto che anche in epoca moderna a Burano vi sono pochi ma molto diffusi
cognomi. Per questo motivo a Burano, come in altri luoghi del Veneto, si utilizzano i detti, dei soprannomi aggiunti al
cognome per distinguere un ramo familiare dall'altro.
Un'altra supposizione, forse più fondata, afferma che i colori vivaci servirebbero ai barcaioli per ritrovare la propria casa
in presenza della nebbia, che a Burano si presenta particolarmente fitta. Da ricordare che per tutto il periodo del regno
d'Italia per cambiare il colore di una casa serviva chiedere il permesso ad un sovrintendente.
Nell'isola, oltre che lavorare il merletto, alcune botteghe artigianali producono oggetti in Vetro di Murano, lavorato al
lume o soffiato e altri laboratori realizzano maschere in cartapesta. Queste forme di artigianato, pur originarie delle
vicine isole della laguna veneta, oggi si sono espanse anche a Burano.
La Lavorazione dei Merletti
La leggenda vuole che proprio grazie ad un pescatore sia nata la tradizionale produzione tessile artigiana. Costui infatti,
avendo resistito al canto delle sirene in nome della sua bella che lo attendeva a Burano, avrebbe ricevuto dalla regina dei
flutti una corona di schiuma per ornare il capo della sua sposa. Le amiche della diletta, invidiose e conquistate dalla
bellezza del velo, avrebbero cercato di imitarlo, dando così inizio a una scuola di tradizione centenaria. Storicamente,
comunque, l'artigianato del merletto risale al XVI secolo.
Cucina
Tipico dolce di Burano è il bussolà di biscotto a ciambella giallo di uova, farina e burro, da non confondere con il "bossolà"
di Chioggia, un pane tostato a ciambella. Con lo stesso impasto si prepara l'esse (plurale essi) dalla forma di lettera "S".